Il lavoro di questa singolare fotografa può essere assimilato ai mestieri itineranti che nei secoli scorsi si esercitavano in molte aree montane italiane ed europee.
Leonilda era infatti una fotografa-ambulante di Pamparato, uno dei tanti paesi del cuneese, zona piemontese dalla quale si è sempre emigrato. Leonilda condivideva tale esperienza con il marito, un musicista ambulante cieco, che esercitava la sua attività lungo le strade dell’Italia e della Svizzera. Il racconto che Alessandra De Michelis ha costruito attorno alle immagini del catalogo – quasi tutte anonime e senza riferimenti – ci rimanda alla storia familiare di questi due protagonisti – la sola che abbia lasciato tracce documentarie – e ai tanti altri ritratti di sconosciuti personaggi. Affiorano così gli scorci di una vita quotidiana povera e sofferta e gli affreschi di riti domestici severi e rigorosi. Colte sullo sfondo di povere facciate di case, sulle quali venivano simulati ingenui e miseri scenari, le immagini ritratte da Leonilda sono le più efficaci testimonianze coeve di un mondo di contadini e di emigranti ormai scomparso.
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