Il rapporto tra fonti d’impresa e migrazioni italiane non è stato finora oggetto di trattazioni sistematiche. Nell’arco dell’ultimo quarto di secolo esso è cresciuto sul piano empirico, nei due filoni paralleli delle ricerche sull’imprenditoria etnica1, da un lato, e delle indagini, invero meno comuni, che hanno usato archivi di grandi imprese per studiare i processi di socializzazione al lavoro e di inserimento nella società di arrivo dei migranti, dall’altro2. Quello ansaldino che qui trattiamo è un caso particolarmente interessante perché in un ceto senso ricomprende entrambi i filoni. Dal lato strettamente migratorio esso riguarda primariamente Ferdinando Maria Perrone, una figura di spicco del mondo imprenditoriale italiano fra Otto e Novecento, ma anche, come ha mostrato una dozzina d’anni fa la pionieristica biografia di Paride Rugafiori, un broker etnico e mediatore di affari e relazioni nella comunità italo-argentina del decennio 1885-18953. Contemporaneamente questa vicenda migratoria ha per sfondo il primo e tuttora più grande archivio d’impresa italiano4, costruito appunto a partire dall’enorme fondo della famiglia Perrone, che fra la metà degli anni novanta dell’Ottocento e il primo ventennio del secolo successivo legò il suo nome all’azienda genovese5.
Nato a Genova nel 1980 per impulso di Carlo Castellano, responsabile della Pianificazione Strategica del Raggruppamento Ansaldo guidato da Daniele Luigi Milvio, con la consulenza di Franco Bonelli6, l’Archivio Storico Ansaldo si è costituito vent’anni dopo nell’attuale Fondazione Ansaldo-Archivio Economico delle Imprese Liguri7. Su iniziativa congiunta del Comune di Genova, di Finmeccanica e della provincia di Genova, esso ha così assunto una connotazione di archivio economico territoriale ispirato esplicitamente alle esperienze estere, soprattutto tedesche. I materiali della Fondazione sono oggi strutturati in quattro sezioni: fondi archivistici (fra i principali, Ansaldo, Perrone, Ilva, Italsider, Angelo Costa, Gerolamo Gaslini, Italia di Navigazione, Finmare, Dufour); materiali fotografici; Archivio Cinetecario della Liguria; manufatti d’epoca e cimeli.
Le fonti sulle migrazioni si trovano soprattutto in alcune aree comprese nella prima (archivi) e nella terza (materiali filmici e audiovisivi) sezione. La parte del leone la fanno l’Archivio Perrone e in particolare la Serie Scatole Nere, 76 buste suddivise in 571 cartelle per un totale di circa 18.000 carte, che documentano la fitta trama di interessi di Ferdinando Maria Perrone in Argentina, in particolare nel periodo 1885- 1902, ovvero prima e dopo la sua ascesa ai vertici dell’impresa genovese8. Rugafiorine ha fatto ampio uso nel libro citato e in un saggio preparatorio nel quale mostrava come Perrone avesse abilmente sfruttato a proprio vantaggio le asimmetrie fra le due realtà, facendo valere l’esperienza politico-istituzionale della madrepatria in un contesto come quello argentino che, all’opposto di quello italiano, combinava un forte dinamismo economico a evidenti carenze sul piano delle istituzioni statuali9. La serie conserva notevoli motivi di interesse per gli studiosi dell’emigrazione perché, mediante corrispondenza, documenti contabili, pamphlettistica, copie di giornali e altri materiali, getta luce sulla vita economica della comunità italiana di Buenos Aires, sulle attività di giornalisti ed esponenti di spicco di tale mondo come Basilio Cittadini e Gaetano Paroletti, sulle associazioni di mutuo soccorso alle quali questi personaggi facevano riferimento, sui rapporti fra la leadership della comunità e le elite politiche, economiche e militari argentine.
Questa piccola, ma compatta e significativa, porzione del fondo Perrone non esaurisce, del resto, le ragioni di interesse che lo storico delle migrazioni può trovare in quest’archivio, in un’ottica di integrazione alto-basso dei rapporti fra le due sponde negli anni a cavallo del secolo10. Una lettura a tappeto della Serie Scatole Marrone (una quarantina di buste), specie quelle relative al mercato mondiale degli armamenti e ai rapporti fra l’Ansaldo e la siderurgia internazionale, inclusa quella USA, nel quindicennio precedente la Grande guerra, lascia trasparire infatti accenni tutt’altro che insignificanti a prominenti come C.C.A. Baldi di Filadelfia, ai quali manager e consulenti aziendali ansaldini paiono appoggiarsi nei loro tentativi di instaurare rapporti col mondo imprenditoriale USA11. Elementi simili e suggestioni promettenti sui rapporti fra elite politiche e imprenditoriali USA, leader etnici italoamericani e imprenditori italiani troviamo anche nella Serie Scatole Numero Blu, sulle orme della filiale che l’Ansaldo apre a New York durante il primo conflitto mondiale, tenendola poi in vita sino al 192112.
Sempre nella sezione archivistica, il Fondo Ansaldo contiene una fonte preziosa, che potrebbe essere usata sistematicamente nelle ricerche migratorie di natura “nominativa”13. Si tratta dei 73 registri di Libri Matricola, concernenti soprattutto personale operaio dello stabilimento Meccanico di Sampierdarena, lungo oltre un secolo, dal 1853 al 1956. Primi sondaggi estemporanei hanno rivelato, come osserva Antonio Gibelli, specie per il primo trentennio, dagli anni cinquanta agli ottanta dell’Ottocento, un numero non infrequente di casi di lavoratori che si congedano “per andare in America”14.
Usata sinora essenzialmente come fonte documentaria per mostre relative al passato industriale e marinaro della Genova novecentesca15, ma contenente materiali sul viaggio di turisti e migranti nel secondo dopoguerra mondiale degni di attenzione specifica è infine la parte dell’Archivio Cinetecario della Liguria, affidato dal 1987 alle cure dello storico del cinema Marco Salotti, relativa alle società di navigazione. Un campo, quest’ultimo, che resta ancora in larga misura da esplorare in maniera approfondita a opera degli storici dei processi migratori.
Note
- Per una prima sintesi recente della letteratura in materia cfr. Stefano Luconi, Dalla nicchia al mercato: l’imprenditoria italo-americana a Providence, Rhode Island, “Memoria e Ricerca”, 13, N.S., 18 (gennaio-aprile 2005), pp. 21-39.
- Mi permetto di rinviare al mio Fonti d’impresa ed emigrazione italiana negli Stati Uniti: un percorso di ricerca alla Baker Library di Harvard, in L’emigrazione italiana 1870-1970. Atti dei colloqui di Roma, Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione Generale degli archivi, 2002, pp. 1035-1043.
- Paride Rugafiori, Perrone. Da Casa Savoia all’Ansaldo, Torino, UTET, 1992.
- Un aggiornamento sugli archivi d’impresa nella penisola è fornito da Fabio Del Giudice, Gli archivi d’impresa in Italia, “Culture e impresa”, 1, 2 ( luglio 2005), rivista online promossa dalla Fondazione Storica Ansaldo.
- Marco Doria, Ansaldo. L’impresa e lo stato, Milano, Angeli, 1990.
- Franco Bonelli, L’archivio storico Ansaldo, “Rassegna degli Archivi di Stato”, 44, 2-3 (1984), 631-646. Vedi anche Marco Doria, Le archives historiques de l’Ansaldo, “Bulletin du comité des archives d’enterprises”, n. 6, 1983, 19-23 e Alessandro Lombardo, Gli archivi storici d’impresa in Liguria, “Studi storici”, 26, 1 (gennaio-marzo 1985), 107-116.
- Vedi il sito http://www.fondazioneansaldo.it. Desidero ringraziare Alessandro Lombardo, già responsabile dell’Archivio e oggi direttore della Fondazione (presieduta da Sergio Maria Carbone), per le informazioni e l’assistenza prestata. Un’ipotesi originaria di fondazione territoriale è in Giorgio Doria, Per un centro archivi d’impresa, in I Centri-Musei della scienza e della tecnica: una proposta per le celebrazioni colombiane. Seminario-Convegno Genova, 22-23 novembre 1985 Atti, Genova, mimeo, 1987, pp. 107-127.
- La prima schedatura di questi materiali fu effettuata, nell’autunno del 1983, dall’ispanista Ernesto Franco, che avrebbe poi riversato echi di questa frequentazione ansaldina nel bel romanzo Vite senza fine, Torino, Einaudi, 1999.
- Paride Rugafiori, Ferdinando Maria Perrone. Un italiano in Argentina tra politica cultura e affari (1885-1900), “Studi storici”, 31, 3 (luglio-settembre 1990).
- Ferdinando Fasce, Tra due sponde. Lavoro, affari e cultura tra Italia e Stati Uniti nell’età della grande emigrazione, Genova, Graphos, 1993.
- Ferdinando Fasce, Strategie imprenditoriali e mercato mondiale degli armamenti: i rapporti tra l’Ansaldo e la siderurgia USA nel primo novecento, “Società e storia”, 38 (1987), p. 925.
- Ferdinando Fasce, L’Ansaldo dei Perrone e l’America, in Antonio Gibelli e Paride Rugafiori (a cura di), La Liguria (Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità a oggi), Torino, Einaudi, 1994, pp. 717-718. 13 Indispensabile punto di partenza resta al riguardo Tamara K. Hareven, Family Time & Industrial Time, Cambridge and New York, Cambridge University Press, 1982.
- Antonio Gibelli, La risorsa America, in A. Gibelli e P. Rugafiori (a cura di), La Liguria, cit., p. 602. Su questi materiali vedi L. A. Lanzo, Alle soglie dell’industrializzazione: la mano d’opera dell’Ansaldo (1853-1860), “Studi e notizie”, 1980, n. 6, pp. 1-15.
- Vedi, ad esempio, Paride Rugafiori (a cura di), Genova del Saper Fare. Lavoro, imprese, tecnologie, Milano, Skira, 2004.