mercoledì 14 novembre, ore 17.30
presso Fondazione Casa America
Da Garibaldi a Che Guevara
Presentazione del volume di Ludovico Incisa Di Camerana I ragazzi del Che (Corbaccio)
Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America
Giuseppe Monsagrati, Università di Roma La Sapienza
Chiara Vangelista, Università di Genova
Sarà presente l’Autore
per info: Fondazione Casa America, piazza Dinegro, 3 – 16126 Genova
tel. 010 25 18 368 – info@casamerica.it
Al centro di questo libro vi è il dottor Ernesto Guevara, detto il Che, discendente di famiglie che appartengono all’albero genealogico della grande colonizzazione spagnola. Molte pagine sono dedicate alle sue peregrinazioni, alla formazione culturale, alle scelte politiche, alle esperienze rivoluzionarie, al periodo trascorso nel governo di Castro dopo il successo della rivoluzione cubana e al tragico epilogo della sua vita sulle montagne della Bolivia. Ma dopo questo profilo del Che il libro di Ludovico Incisa di Camerana si allarga sino a diventare un grande affresco in cui il vero protagonista, dietro le spalle di Guevara, è la Rivoluzione, nelle sue varianti latino-americane.
Qui l’idea rivoluzionaria nasce in ambienti studenteschi, cerca di trasformare l’università in un microcosmo rivoluzionario, trova scarsi consensi negli ambienti operai e li ricerca nel mondo rurale dove diventa populismo e cade nelle mani di qualche caudillo. In un continente dove i moti studenteschi vengono generalmente repressi o distorti verso altri fini, la rivoluzione cubana è certamente una eccezione e ha il grande merito, secondo uno studioso francese, di essere sopravvissuta. Ma il castrismo non basta al Che. Dopo una insoddisfacente esperienza politico-amministrativa al vertice cubano, il dottore argentino parte per la sua ultima avventura alla ricerca di una improbabile rivoluzione contadina. Alla domanda “Chi ha ucciso Guevara?”, un suo biografo risponde: “I nemici e lui stesso”.
Eppure la storia di un sogno mancato e di una esperienza fallita continua a nutrire l’immaginazione di molti giovani al di qua dell’Atlantico. Nella parte conclusiva del suo libro Incisa di Camerana esamina i collegamenti europei di questa speranza rivoluzionaria, da Régis Debray, compagno del Che in Bolivia, a Giangiacomo Feltrinelli, ammiratore di Fidel Castro e paradossalmente convinto che gli avvenimenti latino-americani potessero essere un modello per l’Italia. Esistono quindi in questo libro due Che: quello che appartiene alla storia politica dell’America Latina e quello che, dopo avere ispirato i sogni rivoluzionari del ’68, continua a soddisfare gli appetiti romantici delle generazioni successive e a decorare i salotti della borghesia europea.
Un brano:“Un’ombra domina l’America Latina nella seconda metà del secolo XX e si prolunga nel duemila: l’ombra di una rivoluzione mancata. Mancata come espansione, proseguimento e correzione della grande rivoluzione della prima metà del secolo: la rivoluzione messicana. Mancata come espansione e proseguimento della piccola rivoluzione della seconda metà del secolo: la rivoluzione cubana.
L’eroe della rivoluzione mancata, l’argentino Ernesto Guevara, detto il Che, compendia nella sua figura lo slancio e la debolezza di una generazione attivista: lo slancio di una volontà rivoluzionaria che non obbedisce ai richiami del realismo politico; la debolezza di una filosofia rivoluzionaria troppo romantica, che cerca di abbinare a una strategia militare elitaria l’utopia di un sollevamento di massa. Questo saggio mira a spiegare l’impatto della sua personalità e della sua vicenda in una generazione latinoamericana, in quell’avanguardia giovanile che, con lui o come lui, si è battuta fieramente ma invano per cambiare un continente, destinato, sull’orma del modello occidentale di modernizzazione, a altre vie di trasformazione.”