La patria di riserva.
L’emigrazione fascista in Argentina
di Federica Bertagna
Roma, Donzelli editore, 2006.
Saggi. Storia e scienze sociali
con una Prefazione di Emilio Franzina
pp. XXII-298, rilegato
€ 24,90
ISBN 88-6036-011-0
Il vasto cantiere avviato dalla Donzelli editore per la ricostruzione storica del fenomeno emigratorio che ha interessato l’Italia dall’Ottocento a tutto il XX secolo continua a portare alla luce filoni dai tratti più specifici e meno generali. Dopo il caso dell’emigrazione antifascista e quello dei movimenti migratori a cavallo dell’arco alpino, l’indagine storiografica si concentra ora su un aspetto particolarmente oscuro: l’emigrazione come forma di fuga di criminali ed esponenti dell’establishment politico e imprenditoriale fascista nell’Argentina di Perón.
Ad aprire il libro è l’analisi del contesto di partenza che spinse personaggi di primo piano – da Carlo Scorza a Dino Grandi – e gerarchi condannati o compromessi con il regime a lasciare l’Italia. L’individuazione dei meccanismi e dei percorsi legali e illegali che resero possibili tali espatri porta alla luce verità finora molto trascurate: laddove infatti non intervenne l’amnistia a maglie larghissime del 1946, fu soprattutto la Chiesa cattolica a garantire protezione e appoggio a chi era costretto a partire. A completare il quadro è l’esame delle forme di inserimento e dell’attività politica e pubblicistica praticate dai neofascisti in seno alla collettività italiana in Argentina, la più importante del Sudamerica, e dei loro rapporti con il regime peronista da un lato e i camerati rimasti in patria dall’altro. Un nuovo tassello del grande mosaico della storia italiana del Novecento.
Federica BERTAGNA è tra gli autori della Storia dell’emigrazione italiana edita da Donzelli. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia della società europea presso l’Università degli Studi di Verona. Si occupa di storia politica e sociale dell’Italia postbellica, e in particolare del mondo liberalsocialista e azionista.