INTERVENGONO
Dr. Alessandro Nicosia, direttore del MEI
Prof. Matteo Sanfilippo, Università La Tuscia di Viterbo
Fr. Gioacchino Campese, missionario scalabriniano
Marco Onofrio, scrittore
COORDINA
Lorenzo Prencipe, Presidente del Centro Studi Emigrazione Roma (CSER)
La Casa editrice Ediesse, insieme al Centro Studi Emigrazione Roma (Cser) e al Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (Mei), promuove una tavola rotonda sul tema “Migranti di ieri e oggi: tra rifiuto e accoglienza”. Interverrà il Dr. Alessandro Nicosia, che illustrerà l’importanza come questa nel contesto del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana. In seguito, il Prof. Matteo Sanfilippo condurrà una riflessione sull’assistenza ai migranti italiani: dall’azione della Chiesa a quella dello Stato Italiano. Seguirà l’intervento di Fr. Gioacchino Campese che parlerà delle migrazioni verso gli Stati Uniti e dell’attività delle case del migrante scalabriniane. Infine, lo scrittore Marco Onofrio illustrerà il viaggio‐testimonianza di Andrea Cantaluppi che, con la sua esperienza in Messico, è riuscito a dare voce ai migranti.
Sono 12 milioni i Messicani che oggi vivono, dopo esserci arrivati soprattutto in maniera irregolare, e lavorano negli Stati Uniti. Nel solo 2009 questi migranti hanno inviato nel loro paese di origine, alle loro famiglie, più di 21 miliardi di dollari sotto forma di rimesse. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti cercano di proteggersi da questa pacifica invasione di lavoratori e continuano a portare avanti il progetto da circa 7 miliardi di dollari volto a rinforzare la frontiera con il Messico con un “muro virtuale” fatto di videocamere, sensori e radar, lungo il quale continuano a morire centinaia di migranti nell’inarrestabile tentativo di fuggire situazioni di miseria degradante e raggiungere un Paese in cui poter vivere con il frutto del proprio lavoro. A titolo di esempio basti ricordare che negli ultimi cinque anni sono morti o dispersi circa 400 honduregni e 5.000 salvadoregni che cercavano di attraversare il Guatemala e il Messico per raggiungere gli Stati Uniti.
In questo contesto, i Missionari di San Carlo‐Scalabriniani del 1985 hanno cominciato ad offrire accoglienza ed ospitalità a quanti, migranti, deportati e rifugiati, ne hanno bisogno. Hanno così aperto la prima Casa del Migrante a Tijuana, B.C., cui hanno fatto seguito quelle di Ciudad Juárez, Chih., Tecún Umán in Guatemala, Tapachula, Chis., Ciudad de Guatemala, Agua Prieta, Son, e Nuevo Laredo, Tamps.
Queste Case del Migrante sono centri di accoglienza, dove i migranti, circa un migliaio all’anno per ogni casa) ricevono alloggio, alimento, sostegno morale e spirituale, assistenza medica, difesa e promozione dei diritti umani.
SI PREGA DI CONFERMARE LA PARTECIPAZIONE
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Il libro
Andrea Cantaluppi
(H)OMBRE(S) MIGRANTI
Compagni di speranza
Prefazione di Luisa Fantinel, Postfazione di Pietro Soldini
Collana Arte e lavoro, Pagine 224, Prezzo 12 euro, II edizione aggiornata e ampliata
Un borghese che si definisce progressista assiste casualmente allo sbarco di una delle tante carrette del mare cariche di disperati che approdano sulle coste del nostro Sud. Un anno dopo lo ritroviamo in volo per Nuevo Laredo, Messico. Lavorerà in una missione di religiosi scalabriniani nel deserto al confine con gli Usa, la «Casa del migrante», che assiste uomini, donne, bambini che ogni giorno tentano di scavalcare il muro della morte o di guadare il Rio Bravo per entrare in Texas. Sarà un lungo, intenso ed emozionante periodo, in cui proverà a comprendere il problema dell’emigrazione, le sue cause e origini, andando a vivere dall’altra parte della barricata. Compagni di quei giorni saranno loro, i migranti. Emergono, attraverso alcuni ritratti, le loro piccole storie ricavate dalle interviste raccolte sul posto, vite esemplari che danno voce alle migliaia che voce non hanno.
Dopo aver concluso una fase di quell’esperienza, il protagonista ritorna in quei luoghi. Si misurerà con l’arroganza delle guardie di frontiera nord‐americane e con la loro ignoranza; conoscerà la disperazione della favela di Nuevo Laredo dove assiste delle bambine cerebrolesi; insieme ai religiosi della missione denuncerà calunnie ed ipocrisie rivolte ai migranti, piantando sulla barriera della morte 66 croci bianche in ricordo degli altrettanti migranti morti affogati nel Rio Bravo nei primi nove mesi del 2009. Un ventaglio di riflessioni etiche, politiche e religiose nate dall’osservazione dei tanti modi diversi in cui può diffondersi lo stesso messaggio evangelico, unite da un filo di indignazione e di speranza.
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