Conclusione in forma di bilancio

Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
a cura di Giovanni Pizzorusso
Emilio Franzina
Se è vero, come ultimamente è stato spesso notato, che scomparso quasi del tutto lo spirito nazionalistico del 1911 e convertitisi in inquietudine diffusa gli slanci ottimistici del 1961, sarebbe difficile poter oggi celebrare in modo condiviso un anniversario come il 150° dell’Unità d’Italia, ciò non toglie che sia consentito ed anzi quasi doveroso sfruttare una così importante ricorrenza per riflettere su quanti e quali siano stati, nel tempo o almeno sino a vent’anni fa, i fattori e le ragioni, tuttora ben intuibili o comunque facilmente decifrabili, di una coesione nazionale poi revocata in forse da più parti ed erosa, di fatto, dall’evoluzione e dalle trasformazioni di un organismo economico paradossalmente impensabile finanche nei suoi sbocchi attuali senza quelle premesse e quegli antefatti che condussero pure da noi all’impianto di un moderno Stato nazione.

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L’immagine dell’“altro” nel rapporto tra immigrati italiani e società tedesca. Percezioni a confronto tra Otto e Novecento.

Elia Morandi

 

L’immagine dell’“altro” nel rapporto tra immigrati italiani e società tedesca. Percezioni a confronto tra Otto e Novecento.

 

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1. – Fonti e problemi di metodo

Quando, qualche tempo fa, un collega mi propose di iniziare ad occuparmi anche della questione dell’immagine dell’“altro” nel rapporto tra Gastarbeiter1 italiani e società tedesca, mi sembrò una sfida interessante da cogliere, pur sapendo peraltro che non sarebbe stato un compito facile. Un po’ perché mi ero occupato solo tangenzialmente della questione2, ma soprattutto perché, pur trovando l’argomento affascinante, lo ritenevo anche di assai difficile “lettura”.

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