Roma 29-7-1947

ci tocca contentarci di star così stretti, tutto stà a principiare perché lì sono sicura che la vita di una persona si svolge diverso da quì, trovandoci molte più soddisfazioni che compensano del sacrificio e della lotta che bisogna sostenere su questa terra. E dopo lottato, quanto è bello godere il fruttato; è questo appunto che potremo godere stando lì. Quà invece che disastro che sarebbe stato se seguitavamo a stare tutti insieme. Ogni giorno che passa la roba aumenta, tanto per dartene un’idea, se ancora ti ricordi i prezzi di quando venisti con me alla spesa, l’olio è arrivato a 980, la pasta 340, il pane 180, e così le frutta, le cose di pizzicheria. Se ora si prende la roba a mezzi etti, più in là la prenderemo a grammi. Ascolta caro Mario non mi sembrerà vero, quando potrò dimenticare questo che si sta passando; non mi rimprovero e spero di non rimproverarmi mai questo passo che ti ho consigliato a fare. Sei del mio parere? Non lo dubito, mi sembra di essere diventati un anima e un corpo. Mario mio apprezzo il tuo sacrificio star lontano da noi, solo senza una parola confortatrice da persona amata, sappi resistere te ne prego, ti conforti per ora sapere che ci sono 4 persone che non bramano altro che di viverti accanto e dividere insieme gioie e dolori. Dunque Mario augurandoci di presto riunirci desidero intanto sempre tue notizie. Noi stiamo sempre bene, annoiati soltanto perché ancora non s’avvera questo sogno.

Mario aver trovato tu casa è una gran cosa, ora fai come spiegai da una lettera precedente di fare tu direttamente richiesta di noi; perché ieri siamo ritornate in Via Boncompagni, non ci sono novità per partire, ci hanno detto che loro non possono farci niente, altro che se ricevono ordine di far partire Tizio o Caio, altrimenti per adesso tanto non c’è nulla. Pensai così di rivolgermi al Consolato. Lì ci risposero, che la cosa interessava la Delegazione Argentina che ci fossimo rivolte alla direzione Generale di Genova, ci han dato l’indirizzo. Noi avevamo pensato di partire ed andare personalmente a sbrigare la cosa, ma prima vogliamo aspettare la richiesta vostra, intanto cerchiamo di Guemez che è quello ci sembra di aver scritto quella carta a Genova. Da Pompei non ne vale più la pena, perché lui ci disse a noi personalmente che dopo quel fonogramma arrivato, dove diceva di non far partire più famiglie, lui non poteva farci nulla. Ieri arrivai da Don Giuseppe, portandogli tue notizie, ed esso ci fece sapere che parlando con Pompei seppe che noi avevamo diritto ad un sussidio dal giorno della vostra partenza. Però non seppe dirmi dove rivolgermi, ed oggi pomeriggio telefonerò io stesso in ufficio, facendomi riconoscere domanderò spiegazioni più precise, ed intanto voglio interrogarlo sul nostro conto. Domani così sarò di nuovo a camminare devo arrivare prima in ufficio tuo perché ieri quando sono andata a ritirare lo stipendio, avevo portato con me la I domanda di aspettativa da consegnare a Munizzi, perché l’altra della licenza straordinaria me la consegnò lui stesso. Visto che è andata bene, così fo’ fare anche di questa. Ma Munizzi non era in ufficio, spero che domani ci sia in tutti i modi non preoccuparti perché siamo in tempo. Ora domando a te, com’è che mi chiedi di portare due carte bollate appunto per fare queste domande? Se quì ci sono tutte e due già pronte? Sappimi rispondere. Lo stipendio del mese scorso, fu per intero, più mi dettero straordinari, e atto di presenza. A metà del mese Munizzi mi avvisò che pagavano 1.500 aumento mi pare. Questo mese mi han pagato £ 18.615 stipendio, anticipo aumento £ 3.000 – straordinari maggio 3644. Mi è rimasto da prendere ancora qualche cosa, perché non avevo con me un quarto biglietto di quelli lasciatomi. S’intende che io vado sempre con mamma. Domani tocca ritornarci per questo pagamento e per la domanda, se Munizzi non ci fosse, magari anderò io dal capo personale. Ora vengo a domandarti qualche cosa man mano che rileggo le tue. La roba che avevamo è imballata da allora ed ancora così: ho empito il cassone che ne feci togliere un pezzetto. Poi sono pronte 4 valigie grandi, la mia macchina è imballata bene dal falegname, ci hò fatto mettere pure il tuo trapano ben fermo con filo di ferro, e una copertina imbottita. Altre due copertine imbottite ce l’ho nel cassone ed in mezzo a queste messo bene, c’è il materiale elettrico nuovo. La due copertina leggera, e l’altra leggera grande. La coperta imbottita grande, non l’ho portata via essendo troppo ingombrante e per di più pesante e poi non era di quelle buone d’ovatta, l’ho venduta già da prima per £ 2.000. La roba di alluminio nel cassone, i piatti pure, ne comprerò qualcun’altro, le posate, i bicchieri, il resto dei tuoi ferri. I globi della luce sono già venduti d’allora, e poi come avrei potuto portarli? Sarebbero stati troppo fragili, come pure sai che abbiamo diritto a mezzo metro cubo a persona. Con questo imballo, non l’ ho ancora raggiunto i due metri cubi che ci spettano, ma io devo fare ancora le maglie nuove a noi 4 (ricordi come stavamo? I paltò da tenere per mettere in viaggio, roba che devo comperare, ne avrò da riempire almeno altre 2 valigie. Tanto i matarazzi che la scrivania con le sedie, te l’ho già mandato a dire, la vendetti tutto il in quel momento. La scrivania con le sedie la prese il falegname che mi fece il lavoro per £ 11.000. I materazzi a parte della casa e ci feci 20.000. Ora dovrò pensare a quelle tavole che stanno da zia, ma ci spero poco perché non comprano più tanto e se vedessi pare che ti fanno un piacere a darti quel poco. Ti dico Mario che avrei desiderato non aver niente, perché dopo che uno si è tenuto caro qualche cosa, e doverla dar via per niente si prova credi un dolore. Mi dici che non si fa in tempo a cambiare i soldi, li portassi pure via così, che si cambiano lì. Assicurami Mario di questo, perché in quanto a cambiarli, dovrei comperarli a borsa nera, perché il passaporto, quì a Roma non ce lo danno sembra. Come pure dovrò cercare di nasconderli.

Staremo a vedere. Scusami se scrivo così piccolo ma non posso aggiungere un’altro foglio essendo questi già pesanti perché in una busta, dovrebbe andarci un foglio solo. Senti Mario, fai sapere a Fernando che la moglie si lamenta di lui perché non le scrive di più. Contracambio i saluti dei Rossi che domandano sempre di te, e di Don Giuseppe – di tua zia e dei miei. Da me e dai tuoi figli ricevi affettuosi baci

Maria

/baci tanti Maurizio/baci tanti Liliana/baci tanti Luciana