L’emigrazione subìta: storia di una comunità arbëreshe

  1. Greci tra spopolamento ed emigrazione

Arrivare a Greci da Napoli può essere talvolta un’impresa ardua, anche durante la primavera e l’estate, quando la neve non compromette l’arrivo a destinazione: su un’altura di 815, Greci è un paese piuttosto isolato6 e collegato con una diramazione della strada statale 90 (la statale delle Puglie), con il manto stradale disconnesso e priva, per lo meno fino a qualche anno fa, della segnaletica minima per orientarsi. Arrivati a Greci, si rimane incuriositi e increduli davanti a un costante alternarsi di case vecchie, chiamate calive, e case nuovissime, talvolta in colori sgargianti, che sono spesso chiuse. Molte di queste infatti sono sempre disabitate, altre invece si popolano solo nei mesi estivi, quando rientrano per le ferie gli emigrati che le hanno costruite o ristrutturate7. Dall’Unità d’Italia ad oggi, infatti, la popolazione si è ridotta di circa un quarto, passando da 2117 a 740 unità, con una tendenza conforme ai paesi irpini circostanti, con le sole eccezioni di Montecalvo e di Ariano Irpino, che, anche grazie all’immigrazione dai comuni circostanti, è divenuto il centro economico e sociale più importante8:

Grafico 1 “Andamento demografici dell’area studiata”
grafico1

[Nostra elaborazione dati ISTAT]

Grafico 2 “Andamento demografici di Greci (AV)”

Grafico 2

[Dati ISTAT]

L’andamento demografico di Greci è il prodotto di due cause, la diminuzione del tasso di natalità e l’emigrazione9: accanto ad una forte diminuzione delle nascite10, l’incidenza dell’emigrazione è stata notevole: negli ultimi ottant’anni il saldo migratorio è stato sempre stato negativo, come risulta dalla comparazione tra le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche, che tuttavia potrebbero fornire un dato sottostimato rispetto ai reali movimenti della popolazione per il carattere facoltativo del cambio di residenza (grafici 3 e 4):

Grafico 3 “Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche del comune di Greci”

Grafico 3

[Dati ISTAT]

Grafico 4 “Saldo migratorio di Greci”

grafico 4

[Dati ISTAT]

I dati relativi alle cancellazioni anagrafiche si allineano con quanto descritto in bibliografia: l’emigrazione grecese è aumentata proprio negli anni in cui il fenomeno si è intensificato in tutte le regioni meridionali (Pugliese 2002, Audenino e Tirabassi 2008). Tuttavia, mentre in questi anni l’emigrazione meridionale si diresse principalmente verso altri paesi europei, nel caso di Greci essa si è sempre rivolta prevalentemente ad altri comuni italiani11: anche dopo la seconda guerra mondiale, infatti, i grecesi preferirono rimanere in Italia e solo pochi partirono per un paese europeo12.

Anche nei racconti dei protagonisti, l’emigrazione grecese sembra essere contraddistinta da una predominanza dei movimenti interni, diretti soprattutto verso la frazione di Fornacette, nel comune di Calcinaia (PI), e solo più recentemente verso la provincia di Rimini. Non sono mancati però i trasferimenti all’estero, soprattutto verso la Germania, ed esperienze più complesse che hanno previsto una prima migrazione estera e una seconda migrazione interna. È, ad esempio, il caso di Ermelinda, che dopo un primo trasferimento estero in Germania, dove lavorava come contadina, ha vissuto a Firenze per accudire i nipoti13:

I: ma quando stavate a Firenze lavoravate?
E: no no / no no / nessun lavoro

I: vi piaceva Firenze?

E: nessun lavoro / so stata # stavo con mio fratello / con la moglie / nessun lavoro / quando poi si è sposato il figlio / e loro hanno avuto i figli / allora io ho accudito i pronipoti perciò

I2: andavate in campagna a Firenze?

E: no no no … in città / in città / c’era mio nipote che aveva comprato una casa in campagna / era una casa a tre piani e stavamo molto bene / e andavamo a passare tutto … quando i bambini erano piccoli / quei cinque sei mesi in campagna / poi una volta fatti grandi / hanno trovato la fidanzata / la campagna / addio! // non l’hanno vol…

I: ma vi piaceva Firenze?

E: sì sì

I: ma andavate # uscivate?

E: no no

I: stavate proprio nella città o in periferia?

E: no no / io Firenze lo conosco tutto / perché poi mio fratello mi portava a vedere tutte le cose belle / no no / quindi Firenze mi è piaciuta

I2: ma vi mancava il paese?

E: no no / quindi perché:

I: ma è vero che ci stanno un sacco di Greci che stanno a Pontedera / a Prato?

E: sì sì / questo è anche vero / ma non lo so / non conosco …

I: cioè voi non frequentavate altre persone di Greci?

E: no no no / ognuno stava # eravamo lontani / non lo so

I: e a Firenze c’erano altri di Greci?

E: no a Firenze non c’era nessuno / no a Firenze non c’era nessuno / / e una sola famiglia a Firenze i DM14 che è soltanto la mia famiglia / DM / non c’era nessun altro DM a Firenze

I: e in Germania?

E: si sarchiava il grano lo stesso / si mieteva / si trebbiava lo stesso come si faceva noi si: # adesso non lo so / ma adesso era usanza quando so andata io / il quarantuno / si facevano il raccolto come facevamo noi a Greci

I: e c’erano altra gente di Greci da prima o siete andati voi?

E: c’era # per esempio c’era altra gente / però ognuno è andato con loro capo # come voglio … come si chiama non lo so

I: capomasto?

E: e li veniva a prendere / uno andava a Savignano / uno andava ad Ariano / quindi sapevano già dove # dovevano / capito / uno poi è andato

I: come siete andata? / col treno siete andata?

E: ma … sa che non mi ricordo

I2: e vi è piaciuto stare lì?

E: come?

I2: e vi è piaciuto stare lì?

E: sentite / io mi son trovata molto bene / non mi posso lamentare della famiglia

I: a siete stata in una famiglia con i bambini …?

E: però avevo una famiglia / c’era il capo di # il proprietario / poi c’era il vice capo e poi c’erano tutti gli operai che andavano a lavorare / a me mi hanno voluta bene come una figlia / e io li ho voluti bene come i genitori / bene / che poi c’era una bambina / voleva venire a Greci / meno male / non per qualche cosa / allora per esempio io stavo il quarantuno / il quarantadue c’è stata la guerra no / e io questa ragazza / questa bambina / dopo le scuole / voleva venire con me / poi il mese di aprile dopo la dovevo portare

I: era tedesca?

E: sì / c’era poi c’è stata la guerra / questa fami # questa ragazza poi / andando a scuola /… ragazza poteva … aveva nove dieci anni / doveva fare gli esami / e non l’ho potuta portare // meno male altrimenti / io / mi sarebbe rimasta qui come una figlia quella ragazza / perché poi non c’è con tutta la guerra …// adesso non so né se son vivi né se son morti

(Ermelinda, donna anziana)

I: ma poi perché siete tornato dalla Svizzera? / non stavate bene?

G: eh … so tornato se: … dovevo fare un romanzo per raccontare tutto …

I: e perché?

G: e … son tornato perché l’impresa / dopo dieci anni / io ho fatto tutto / gli ho detto al direttore / lui era tedesco / ho detto “cosa non ho fatto io qua? / cosa non ho toccato? / quale lavoro non ho toccato? / io ho fatto tutto” // io lavoravo da solo eh! # cioè con gli altri ma …

I: e gli altri di dov’erano?

G: ma i lavori li facevo io non è che / ero io il responsabile / e allora / ha detto “devi andare” # dovevo andare a quattromila metri di altezza / Scamor # come cazzo si chiama? / e sono andato verso … tra marzo e aprile / aprile / e siccome che la mia impresa / è morto il mio padrone / e l’ha presa un’altra impresa / e allora io so stato sotto l’altra impresa / e questo qua mi ha mandato là sopra // e nevicava / non si # dovevo andare con la teleferica svizzera / e passare con quella francese a passare al lato svizzero // e so arrivato là / e ho detto / “io non ci vado” / era un ingegnere francese / ho fatto vedere là sulla cartina della teleferica / ho visto la carne nera / rossa / ha detto “sali” / ho detto “io non ci vengo / io torno indietro”/ “ma sali / non sali …?” // ho detto / “non ci vado / non ci vado là sopra / basta / non ci vado” / e sono tornato indietro / sto due giorni nel magazzino dell’impresa / e mi chiamano invece a Zurigo // mi chiamano a Zurigo / dice “perchè …”/ questo francese gli ha detto al direttore / gli ha detto “ma tu c’hai gli operai che vegono a fa la gita / poi tornano indietro” // che ero io / mi chiama l’ufficio / dice “X15 / perché non sei andato là …” / ho detto “io gli ho detto che là non ci vado / digli qual lavoro non ho fatto io”

I: ma perché non volevate andare?

G: perché era freddo / nevicava …

I: rischiavate una polmonite?

G: rischiavo un … tante cose / comunque non ci sono andato / ma là sopra c’erano già ancora centottanta operai eh / già c’erano gli altri operai / io non c’ho voluto andare / ma là c’erano // allora così so’ tornato / dice “ tu … non …” / ho detto “ che cosa?” gli ho detto al direttore / “io … ? cosa gli ho fatto io? / dimmi che cosa / qual lavoro non ho toccato io / anche il lavoro che hanno lasciato gli altri che non andavano avanti / sono andato io a farlo” // “o là o in Italia”/ passa un tecnico tedesco e dice / “ma perché non puoi venire con me?” / e se n’è andato l’ufficio suo / io ho parlato pure / ero nervoso con questo direttore / ho detto “pagami e me ne vado via in Italia”/ perché là non puoi cambiare / senza un permesso // io non potevo lasciare quell’impresa / andare all’altra / dovevo venire prima tre mesi in Italia // e poi potevo rientrare se un altro ti faceva un permesso / so venuto in Italia / ormai ho fatto un permesso di … di quattro mesi / e sono tornato di nuovo / n’altra impresa / però là prendevo molto in meno / perché dice “no / è la prima volta” // ho detto “ma questi soldi qua / glielo dovete dare a uno che non si sa girare manco dall’altra parte / non a me!” / perché io capivo / parlavo / non è che …

(Giovanni, anziano)16

I due racconti, per quanto molto diversi, riflettono la molteplicità di esperienze vissute, suggerendo l’importanza dell’apporto di una prospettiva di ricerca qualitativa che, attraverso le storie di vita dei protagonisti, possa restituirne il punto di vista. L’impiego di tale metodologia può inoltre rivelarsi di un certo interesse anche nei casi in cui si decide di adottare il punto di vista di chi non è emigrato, ma, rimanendo in paese, ha vissuto e subìto l’emigrazione altrui: attraverso tale focalizzazione, infatti, sembra possibile valutare l’impatto che le dinamiche migratorie hanno avuto nella vita sociale e culturale del paese.