E’ in uscita il volume Asei n°10

CANTANTI ED EMIGRAZIONE

a cura di Stefano Pifferi

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INTRODUZIONE

di Stefano Pifferi

Delle numerose prospettive sotto cui inquadrare
il fenomeno dei flussi migratori che di
volta in volta i fascicoli dell’ “Archivio Storico
dell’Emigrazione Italiana” (ASEI) hanno utilizzato
per tentare di fornire ulteriori tasselli alla storicizzazione
delle migrazioni e al loro rapporto con
la storiografia politica, economica, sociale e culturale
nel suo insieme, abbiamo scelto per questo
numero celebrativo del primo decennale di attività
di ASEI, quella in apparenza più ludica. Quella
cioè della canzone, del cantato e dei cantanti che
si sono occupati a vario titolo e sotto molteplici
forme delle questioni migranti. In apparenza una
scelta bizzarra ma in piena linea con i propositi
della rivista e dei suoi dossier, interessati all’individuazione
di una determinata problematica da
affrontare in maniera, appunto, multi prospettica
al fine di fornire una serie di tasselli da puzzle da
ricomporre. Un aspetto, questo musicale, da considerarsi
ludico soltanto in riferimento alla percezione
che nei paesi occidentali si ha oggigiorno
della musica: non più espressione artistica foriera
di messaggi socio-politici e culturali, bensì intrattenimento
“popular” se non spettacolo tout court
destinato ad un uso superficiale e marginale.
La scelta è nata pensando al rapporto tra
musica e viaggio, fenomeno quest’ultimo di cui
la migrazione è forma sì, particolare ma non secondaria.
Semplice accompagnamento durante le
fatiche del viaggio reale, come nel caso dei pellegrini
alla volta delle città sante, affrontato a piedi
e in condizioni di austerità, penitenza e pericolo,
oppure, tematica questa più vicina alle questioni
trattate da ASEI, legame incrollabile con le terre
natie abbandonate per scelta o per obbligo e necessario
mezzo per mantenere vive tradizioni e memorie
di un luogo abbandonato spesso in maniera
definitiva, la musica ha sempre “rappresentato” a
suo modo una sorta di correlazione al viaggiare
oltre che essa stessa elemento in viaggio capace
di porre ponti tra culture, società e tempi diversi
accomunate da un mezzo espressivo tanto ancestrale
quanto comunemente e immediatamente
riconoscibile.
Quella del decimo numero di ASEI è stata,
pertanto, una sorta di scelta obbligata dato che,
diversamente da quanto si è normalmente portati
a pensare per ciò di cui sopra, ci si è basati sul
presupposto che la musica non è soltanto disimpegno,
leggerezza o superficialità da show-biz quanto
anche impegno civile, attenzione alle tematiche
del sociale, medium capace di “amplificare” questioni
e problematiche di stretta urgenza e universale
necessità, divenendo spesso grimaldello per
scardinare le coscienze degli ascoltatori fornendo
qualcosa in più di una semplice melodia vocale o
armonica.
Dai diversi contributi di questo decimo numero
di ASEI, dunque, si ricomporrà un mosaico
di prospettive ruotanti intorno a questo legame
tra viaggio – declinato sub specie migrazione – e
musiche. Che siano concept album legati ai temi
dei flussi migratori, mantenimento delle tradizioni
“popolari” da parte di parte di “autori/cantanti”
emigrati o forme di ibridazione tra culture musicali
di partenza e di arrivo, poco importa. Quello
che vorremmo far emergere da questo monografico
è come, seppur esposto sotto molteplici forme,
il flusso migratorio possa essere “cantato” dalle
diverse forme musicali, nella speranza di apportare
al corpus degli studi sulle “questioni migranti”
un contributo diverso e originale, ludico come si
diceva in apertura ma non per questo secondario
o ovviabile.