Recentemente si è svolto a Parigi, presso il sito François Mitterand della Bibliothèque Nationale de France, il seminario internazionale sulla stampa italofona nel mondo, terzo dei quattro incontri previsti dalla programmazione 2014-2015 del progetto Transfopress. Nato nel 2012 da un gruppo di ricercatori dell’università di Versailles Saint-Quentin, il progetto Transfo-press è una rete internazionale di specialisti, afferenti a diverse discipline, accomunati dall’obiettivo di promuovere lo studio della stampa in lingua straniera, ovvero in lingue diverse da quella nazionale. Organizzato da Bénédicte Deschamps e Diana Cooper-Richet, l’incontro si è tenuto con il patrocinio della Bibliothèque Nationale de France, del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), del Consolato Generale d’Italia a Parigi e grazie al sostegno della Fondation de la Maison d’Italie, del Musée de l’Histoire de l’Immigration e del Laboratoire de Recherche sur la Culture Anglophone (LARCA – UMR 8225) dell’università Paris Diderot.
La giornata di studio, divisa in due sessioni, l’una sulla stampa italofona in Francia e nei paesi del Mediterraneo, l’altra dedicata alle Americhe e all’Australia, ha permesso di apprezzare la ricchezza e la varietà di una “stampa” lasciata ai margini della storiografia, perché spesso considerata minore rispetto alla stampa “nazionale”. Soltanto in tempi recenti si è assistito a un vero e proprio risveglio d’interesse, testimoniato dalla crescente attenzione da parte della comunità scientifica, e dall’impegno profuso dalle istituzioni culturali nel processo di digitalizzazione dei periodici. Basti pensare a quanto, negli ultimi anni, il compito del ricercatore sia stato rivoluzionato dalla reperibilità in linea di materiali digitalizzati in libero accesso, o dalla possibilità di interrogare cataloghi elettronici che offrono multipli criteri di ricerca (dalla lingua di pubblicazione all’individuazione degli estremi cronologici). Tali aspetti sono stati oggetto della relazione di apertura del seminario, tenuta da Philippe Mezzasalma, dedicata ad illustrare l’ampiezza della collezione di periodici italofoni posseduti dalla Bibliothèque Nationale de France, che raccoglie circa 5.000 fogli periodici in lingua italiana, comprese le edizioni bilingue o trilingue.
I primi due interventi della sessione mattutina si sono concentrati sull’analisi dei percorsi biografici e delle imprese editoriali poste in essere dalle figure maggiormente attive nel campo dell’editoria e della stampa italofona nella Francia della prima metà del XIX secolo, come illustrato da Laura Fournier Finocchiaro. La riflessione di Paolo Benvenuto ha toccato alcuni de-gli aspetti sociolinguistici propri dei periodici in italiano o bilingue, redatti dagli esuli italiani tra Francia continentale e Corsica.
Sempre restando nel contesto italofono francese, Antonio Bechelloni ha delineato un quadro estremamente articolato della produzione di fogli periodici comunisti, redatti da militanti e dirigenti del PCI rifugiati in Francia nel ventennio 1922-1942, attraverso l’analisi delle caratteristiche e delle dinamiche interne alla stampa comunista italiana d’oltralpe.
La giornata di studio è proseguita con l’esame della secolare presenza di comunità italiane nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo, dove la presenza italiana ha spesso giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione e nello sviluppo di una stampa periodica, spesso in un rapporto di forte dialettica tanto con la madrepatria, quanto con il paese di accoglienza. A questo proposito sono esemplari tanto il caso tunisino, quanto quello Ottomano, ricostruiti – rispettivamente – dagli interventi di Michele Brondino e Luca Zuccolo. La stampa italofona tunisina, come osservato da Brondino, costituisce una delle esperienze giornalistiche più antiche e longeve nel paese del Bey, dove ancora oggi si continua la pubblicazione di giornali in lingua italiana, come testimonia il caso del Corriere di Tunisi.
Per ciò che riguarda l’area turco-ottomana, Luca Zuccolo ha esaminato gli aspetti centrali del peculiare ruolo giocato dalla stampa italofona nel definire non solo i rapporti tra il nostro paese e l’impero dei sultani, ma anche le vicende della stessa comunità italofona otto-mana nei suoi rapporti con l’Italia, attraverso un’attività giornalistica caratterizzata perlopiù da pubblicazioni dalla vita effimera, di breve o brevissima durata.
La sessione pomeridiana, presieduta da Diana Cooper Richet, ha messo a confronto le differenti realtà della stampa italofona nelle Americhe della grande emigrazione e nel continente australiano. Alla testimonianza di Niccolò D’Aquino – giornalista, membro dell’associazione Globus et Locus e corrispondente del quotidiano italo-americano “America Oggi” – è stato affidato il compito di illustrare l’attuale panorama dei media “italici” negli Stati Uniti, diretti a un pubblico non soltanto italofono ma anche “italofilo”.
Pantaleone Sergi ha svolto una ricognizione comparata dei molti giornali in lingua italiana stampati tra Otto e Novecento in realtà migratorie importanti come Argentina e Uruguay, paese, quest’ultimo, che tutt’oggi sconta ancora un notevole ritardo storiografico. Non di rado, poi, come ha osservato Angelo Trento analizzando la stampa italofona in Brasile, il giornalismo etnico è stato uno strumento privilegiato della comunità emigrata attraverso cui costruire e veicolare una determinata percezione della propria identità nazionale nel paese ospite. Paese nel quale, com’è noto, i meccanismi di controllo da parte delle autorità cercavano di contenere e reprimere il più possibile ogni forma di politicizzazione delle masse di migranti, come ha ricordato nel suo intervento Isabelle Felici, con particolare riferimento alla stampa anarchica in Brasile e alla funzione svolta dalle istituzioni consolari.
Il vasto panorama della stampa italiana negli States è stato introdotto dalla riflessione di Bénédicte Deschamps, che ha proposto un documentato quadro d’insieme dei medias italofoni negli Stati Uniti tra XIX e XX secolo, analizzando ruoli, tipologie e funzioni dei periodici pubblicati dagli emigrati italiani negli USA. Sempre guardando alla realtà statunitense, Davide Turcato si è occupato della stampa anarchica, la cui forte vocazione transnazionale vedeva al proprio interno convivere l’aspirazione ad un’identità italiana all’interno di una fratellanza universale, per un’idea di nazione in opposizione a quella istituzionale delle ambasciate e dei consolati. Catherine Dewhirst, nel suo intervento sulla stampa italiana in Australia (1885-1940), ha analizzato le dinamiche narrative dei giornali italiani, posizionati su orizzonti politici assai distanti, ma accomunati dalla funzione unificatrice svolta dalla stampa nei con-fronti della comunità d’appartenenza.
Il seminario Transfopress si è rivelato un’importante occasione per riflettere sulla stampa italofona in una prospettiva globale, allargando l’orizzonte storiografico e pensare la storia della stampa in lingua straniera anche attraverso le categorie della storia culturale e della storia dell’emigrazione. I diversi interventi, hanno efficacemente mostrato l’ampiezza della produzione e della diffusione della stampa in lingua italiana, mettendo in luce le complesse dinamiche “strutturali” che caratterizzano la stampa d’emigrazione, nel tentativo di estendere queste considerazioni anche al caso della stampa italofona nel mondo.