Questo volume Las migraciones ítalo-rioplatenses. Memoria cultural, literatura y territorialidades, curato da Adriana Cristina Crolla, conferma la notevole vitalità, sull’una e sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico, della ricerca su un fenomeno che ha caratterizzato la storia del nostro e di quei paesi del Cono Sud dell’America. Con la differenza che la storiografia dei paesi d’accoglienza ha avuto ben altra rilevanza rispetto a quanto si è registrato in Italia dove pure l’emigrazione è una costante in tutta la storia unitaria (e anche preunitaria) ma incontra tuttora difficoltà a trovare, a pieno titolo, la giusta collocazione nella “grande storia” nazionale.
Sebbene la presenza italiana nell’area rioplatense sia già documentata nel piano di fondazione di Buenos Aires (1583), e poco più di due secoli dopo è qualitativamente evidente nella Rivoluzione di Maggio, sono le grandi ondate migratorie registratesi tra Otto e Novecento e i fenomeni da esse derivanti o a esse connesse, ad avere monopolizzato – e c’è da comprenderne il motivo – l’attenzione degli studiosi che hanno contribuito, con un approccio interdisciplinare, a Las migraciones ítalo-rioplatenses. Un volume che assume, come spiega la curatrice nella sua nota introduttiva, “un concetto di migrazione legato all’idea di territorialità e direzionalità estesa e duale, da e verso l’Italia, con la regione del Río de la Plata e la zona culturale e geostorica che la stessa rappresenta”
È una storia intrecciata, così, utile per avere un quadro più ampio e articolato del lungo processo storico dell’emigrazione italiana, quella che emerge da questo volume realizzato con contributi diversi e su diversi aspetti provenienti da una rete interuniversitaria come altre finalizzata allo scambio tra comunità scientifiche differenti sia per settori disciplinari sia per localizzazione geografica che hanno, tuttavia, una componente trasversale: il tema migratorio. Di tale rete, un circuito aperto, fanno parte per ora la Facultad de Humanidades y Ciencias della Universidad Nacional del Litoral di Santa Fe (Argentina), il Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati della Ca’ Foscari di Venezia, la Facultad de Humanitades y Ciencias de la Educación de la Universidad de la República di Montevideo e lo stesso Ministerio de Educación de la Nación dell’Argentina.
Il primo gruppo di studiosi, quello santafesino guidato dalla curatrice del volume, si occupa da tempo e con interessanti risultati dell’emigrazione italiana nella Pampa Gringa, con un lavoro di ricerca interdisciplinare che porta a rendere visibile il fenomeno all’interno di quello dell’intera regione platense. Il gruppo uruguaiano coordinato da Dante Turcatti porta nella rete la propria esperienza nel campo storiografico e archivistico con contributi inediti sull’impatto emigratorio italiano in Uruguay. Infine, l’equipe italiana che fa riferimento a Susanna Regazzoni è concentrata sulla narrativa, a volte epica e allegorica assieme, che nell’emigrazione trova le proprie radici e la propria ispirazione. A essi, in questa occasione editoriale, si è aggiunto il contributo di studiosi di Porto Alegre (Río Grande do Sul) allargando, così, l’attenzione su un’area del Brasile geograficamente attratta dai paesi del Plata ai quali guarda con particolare interesse, dove, comunque, l’emigrazione è il risultato di medesimi flussi migratori e presenta affinità umane e culturali.
Il frutto di questa collaborazione multilaterale è questo e-book di 306 pagine che nella massa crescente degli studi collettanei si distingue per l’impostazione e l’analisi. L’impianto riflette le “specializzazioni” dei diversi gruppi, per cui gli studi proposti affrontano aspetti architettonici e urbanistici, religiosi, letterari e culturali e anche politici. Il volume diviso in tre parti: Territorios migrantes, Migraciones del imaginario e Territorios bibliográficos. Nella prima parte è offerto un quadro articolato su aspetti riguardanti i flussi, l’insediamento e la vita degli immigrati italiani e i tentativi di difesa identitaria nei tre paesi interessati. Nella seconda sezione compaiono saggi sulle relazioni tra futurismo e avanguardia rioplatense negli anni Trenta, sugli immaginari migratori di due scrittrici e sugli spazi dell’emigrazione nell’universo femminile. La terza parte, dedicata ai territori bibliografici, è quella che lascia, invero, alcune perplessità perché, al di là delle novità sulla storia dell’emigrazione in Uruguay, per l’Argentina si mostra non sempre attenta al nuovo e di certo incompleta.
Tra i diversi contributi da segnalare per la loro originalità e lo spessore della ricerca, Turcatti affronta le difficoltà dei sacerdoti italiani a insediarsi in Argentina e Brasile; Crolla spazia sui momenti significativi dell’emigrazione italo-rioplatense; Fernando Aliata si sofferma sull’attività dell’architetto Carlo Zucchi, mentre Andrés Juan Bresciano, mediante l’utilizzo di fonti giornalistiche etniche (un settimanale e tre testate minori in lingua italiana pubblicate in Uruguay) ricostruisce un quadro convincente del tentativo di fascistizzazione della comunità italo-uruguaiana e dello scontro tra fascisti e antifascisti, questi ultimi attivi in alcune delle vecchie associazioni comunitarie.
Concludendo con le parole della curatrice, il volume propone nuovi confronti intellettuali su una problematica che non è anchilosata, ma vibra e sollecita una sua multiversa indagine e conferma “che lo studio delle relazioni e delle migrazioni italo-rioplatensi è sempre attuale”.