Proseguendo nell’indagine iniziata quaranta anni fa con Italiani d’Argentina. Storie di contadini, industriali e missionari italiani in Argentina, 1850-1912 (Marsilio), Scarzanella illustra un caso particolare di tali migrazioni: la fondazione dell’Editorial Abril, nata dalla diaspora di alcuni specialisti italiani dell’edizione di libri popolari e di fumetti. Il libro è di grande curiosità, perché illustra agli storici aspetti quasi mitici della prima esplosione, occidentale ma non statunitense, della cultura di massa. La produzione dell’Abril è infatti assai nota fra i cultori, per esempio, del fumetto, basti pensare al successo della versione argentina dei personaggi di Hugo Pratt e Alberto Ongaro, ora ricordata anche da L’Asso di Picche dall’Argentina, a cura di Gianni Brunoro e Paolo Gallinari (ANAFI 2013). Scarzanella appare talvolta un po’ a disagio fra materiali non molto abituali per gli storici, tuttavia ricostruisce con abilità un quadro complesso. In esso giocano infatti e contano: 1) il progressivo inserimento di un gruppo di esuli ebrei di origine italiana nella società argentina e il loro coinvolgimento nella politica locale sino a dover fuggire sotto Videla per evitare la repressione; 2) l’intreccio di interessi particolari che porta a quel punto il gruppo legato a Licio Gelli, da sempre attirato dall’America latina, a comprare la casa editrice; 3) l’elaborazione, in stretto contatto con l’Italia, di un piccolo impero cartaceo che impone gli albi a fumetti, i fotoromanzi, i settimanali per uomo e per donna, la divulgazione scientifica e la narrazione per bambini, secondo modelli ispirati agli Stati Uniti ma progressivamente autonomi; 4) la collaborazione (ed eventualmente l’emigrazione temporanea) di autori italiani (giornalisti, scrittori, inventori di fumetti) nella galassia diasporica. L’impresa di Scarzanella suggerisce che ci sarebbe molto da approfondire in questo versante della produzione editoriale, in genere poco studiato.