La “sezione lavoro ed emigrazione” del Museo Provinciale della Vita Contadina, Cavasso Nuovo (PN)

Stefano Luconi

La “sezione lavoro ed emigrazione” del Museo Provinciale della Vita Contadina, Cavasso Nuovo (PN)
L’emigrazione dall’area pedemontana friulana è stata a lungo caratterizzata dall’esodo di terrazzieri e mosaicisti, lavoratori specializzati che avevano appreso il proprio mestiere fin dal Settecento nella vicina Venezia e che continuarono ad abbandonare la zona delle Prealpi Carniche – per trasferirsi prima in Austria, Germania e Francia e successivamente nelle Americhe, soprattutto in Argentina e negli Stati Uniti
– anche all’interno del più ampio fenomeno dei flussi di manodopera non qualificata che contraddistinsero i decenni delle partenze di massa dalla penisola italiana. I centri di Colle, Sequals e Spilimbergo – per i mosaicisti – e di Cavasso e Fanna – per i terrazzieri – furono le principali località d’origine di questi emigranti nell’area di Pordenone. Non desta, pertanto, meraviglia che la “sezione lavoro ed emigrazione”
del locale Museo Provinciale della Vita Contadina, situato presso la sede del comune di Cavasso Nuovo nel Palazzo Polcenigo-Fanna, abbia conferito particolare rilievo a queste due categorie.

Appunti per una ricerca sui giornali nautici dei piroscafi italiani fra Otto e Novecento. Il caso del Giulio Cesare.

Appunti per una ricerca sui giornali nautici dei piroscafi italiani fra Otto e Novecento. Il caso del Giulio Cesare.

Carlo Stiaccini


1.Racconti di viaggio

Negli ultimi trent’anni il tema del viaggio per mare si è guadagnato uno spazio sempre maggiore nel campo degli studi sul fenomeno migratorio italiano. A partire dal pionieristico lavoro di Ercole Sori, dove forse per la prima volta si segnalava, pur senza farne uso, l’importanza dei documenti di bordo dei piroscafi per la ricostruzione storica delle migrazioni transatlantiche, diversi importanti lavori hanno via via esaminato gli aspetti legati al trasporto marittimo, alle compagnie di navigazione e più in generale ai risvolti economici e sociali legati al cosiddetto trasporto di emigrazione[i]. A questi studi, effettuati prevalentemente grazie a documentazione prodotta dalle autorità marittime, dalle prefetture e dai ministeri preposti alla regolamentazione dei trasporti via mare, si sono affiancati negli anni lavori incentrati sulla dimensione soggettiva del viaggio per mare. Questi ultimi hanno avuto come riferimento la produzione letteraria degli scrittori di professione, più o meno noti, che avendo vissuto in prima persona l’esperienza del viaggio transoceanico, si sono poi cimentati in quello che può considerarsi un vero e proprio genere letterario[ii]; nonchè la sterminata produzione autobiografica e memorialistica della gente comune che per motivazioni anche molto differenti si è trovata ad attraversare l’oceano, anche più volte, negli ultimi centocinquant’anni[iii].

 

 

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