L’emigrazione lucana in età contemporanea Evoluzione e ricerca storiografica

A differenza di altre regioni in Basilicata l’emigrazione rappresentò sicuramente il fenomeno che, più di ogni altro, ne cambiò il volto, spopolandola ampiamente e privandola delle sue forze più importanti. Secondo Francesco Saverio Nitti questo enorme movimento migratorio, che non ebbe precedenti nella storia italiana, costituì la causa modificatrice più profonda dell’assetto economico, morale e sociale del meridione, all’infuori di ogni influenza del Governo e della borghesia1.

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Italians Then, Mexicans Now

Italians Then, Mexicans Now

Italians Then, Mexicans NowJoel Perlmann, Italians Then, Mexicans Now: Immigrant Origins and Second-Generation Progress, 1890 to 2000 (New York: Russell Sage Foundation, 2005).

La nuova ondata di emigrazione di massa diretta verso gli Stati Uniti dopo l’approvazione della legge Hart-Celler nel 1965 e che ha continuato ad aumentare negli ultimi decenni ha spinto molti Americani a chiedersi se i movimenti migratori siano ormai fuori controllo. Molti americani sono convinti che gli immigrati di oggi siano completamente diversi da quelli che arrivarono negli Stati Uniti tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.

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Small Towns, Big Cities. The Urban Experience of Italian Americans

Small Towns, Big Cities. The Urban Experience of Italian Americans, XLI conferenza annuale dell’American Italian Historical Association, New Haven, CT, 6-8 novembre 2008

Dal 1968 l’American Italian Historical Association organizza un convegno annuale per fare il punto sugli studi italo-americani e dibattere sui nuovi indirizzi di ricerca. L’incontro del 2008, coordinato da Michael Vena, si è svolto presso la Southern Connecticut State University di New Haven ed è stato dedicato alla presenza degli italo-americani in ambiente urbano.

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In viaggio lungo le rotte del grano

In viaggio lungo le rotte del grano. La “comunità” napoletana ad Alessandria d’Egitto nella prima metà del XIX secolo

1. Introduzione
La pubblicazione di diversi studi che rivalutano l’importanza dell’emigrazione in epoca moderna costituisce sicuramente un passo avanti nella conoscenza dei fenomeni migratori. La mancanza di una prospettiva di lungo periodo è tuttavia ancora oggi una grave lacuna nella storiografia italiana ed europea. Come ha sottolineato J. Klaus Bade, una visione di insieme della mobilità del Vecchio Continente permetterebbe di analizzare fenomeni già conclusi e conoscere “le linee di sviluppo al termine delle quali stanno i problemi del presente”1.
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Istituto Italiano di Cultura di Istanbul

Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, Gli italiani di Istanbul. Figure, comunità e istituzioni dalle riforme alla repubblica 1839-1923, a cura di Attilio De Gasperis e Roberta Ferrazza, Torino, Centro Altreitalie – Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 2007, 435 pp.

Con gli occhi della globalizzazione. I nuovi studiosi e la ricerca sulle migrazioni italiane, a cura di Maddalena Tirabassi, “Altreitalie”, 36-37 (2008), 369 pp.

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Gli italiani in Brasile – VI° parte

La comunità italiana in Brasile tra gli anni trenta e gli anni quaranta

Negli anni trenta giungono dall’Italia tra i 1.000 e i 1.700 immigrati, cifre che non bastano a sopravanzare i rientri, cosicché gli effettivi della comunità italiana scendono da 435.000 nel 1930 a 325.000 nel 1940. Nel decennio successivo poi la guerra e il secondo doloroso dopoguerra impediscono un’immediata ripresa dei flussi migratori. D’altra parte la crisi dell’economia brasiliana è accompagnata da quella politica e il paese non sembra offrire speranze di un facile inserimento.
Al termine degli anni venti la vecchia oligarchia è infatti in difficoltà, mentre si accentuano gli scontri tra il personale politico, amministrativo e militare e s’inaspriscono i contrasti tra i singoli stati. Nel 1930 Julio Prestes, candidato della previa amministrazione, vince le elezioni presidenziali contro Getulio Vargas, governatore dello stato del Rio Grande do Sul e rappresentante di un nuovo movimento politico, Alliança Liberal. La vittoria è, però, frutto di brogli elettorali e i seguaci di Vargas depongono il presidente, sostituendolo con il loro leader. Si tratta di una sorta di seconda rivoluzione che viene confermata dalle elezioni del 1934. A questo punto Vargas promulga una nuova costituzione, che rafforza il potere del governo federale e che gli permette di eliminare l’opposizione e di riorganizzare il paese come uno stato corporativo, simpatizzante con Italia e Germania.

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fascismoestero

Il fascismo e gli italiani all’estero. Una rassegna storiografica

fascismoestero
I rapporti fra i migranti e le patrie di origine stanno guadagnandosi un posto crescente nel dibattito sulla storia delle migrazioni. Categorie interpretative quali diaspora e transnazionalismo, sebbene molto discusse e non accettate universalmente, vengono sempre più applicate negli studi migratori. Esse fanno del riferimento politico, sociale ed economico alla madrepatria uno degli aspetti fondanti dell’esperienza dei migranti all’estero1. In Italia si registra l’aumento d’attenzione per l’emigrazione italiana: proprio i legami e le forme di lealtà dei migranti italiani alla terra d’origine sono sempre più oggetto di indagine2. In questo ambito l’analisi del diffuso legame fra gli italiani all’estero e il regime ha registrato negli ultimi anni una vera e propria crescita esponenziale nella letteratura3.
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