Gli immigrati italiani nel cinema canadese. Un’intervista a Bruno Ramirez

Oltre venti anni fa molti studiosi dell’emigrazione italiana in Canada furono folgorati da un’opera a metà strada fra il documentario e la docu-fiction: Caffé Italia, Montréal (Montréal, ACPAV, 1985 ; regia di Paul Tana; scenggiatura di Paul Tana e Bruno Ramirez). In poco meno di un’ora e mezza (ma una delle versioni circolanti raggiungeva appena i 57’) lo spettatore si trovava immerso nella comunità e soprattutto nella quotidianeità “italiana” della metropoli quebecchese.
In particolare spiazzavano i primi minuti. Un cantante atticciato si scatenava sul palco nell’allora tipica atmosfera heavy metal. Alla fine del pezzo rientrava nei camerini, dove chiacchierava in inglese con due bionde groupies, ma veniva interrotto da una televisione locale. E qui scattava la prima sorpresa: l’intervista era in francese, perché aveva luogo a Montréal nel Québec, e il cantante rispondeva con il pesante accento locale.

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Brasile la stella del Sud

Brasile, la stella del Sud

Brasile, la stella del Sud. Quaderni Speciali di Limes. Supplemento al n. 3/2007. Direttore responsabile Lucio Caracciolo. Roma: Gruppo Editoriale L’Espresso spa.
www.limesonline.com

Brasile la stella del SudLa recente pubblicazione nei Quaderni Speciali di Limes, prestigiosa rivista italiana di geopolitica, di un numero unico su Brasile, la stella del sud, è certamente segno dei tempi e frutto di un nuovo interesse politico-culturale dell’Italia contemporanea verso il Brasile e l’America Latina. Il numero è articolato in tre parti. La prima, “È nata una stella”, di contenuto storico e geopolitico propriamente detto, una seconda, “Fratture e frontiere nel continente verdeoro”, sulle prospettive identitarie, tra natura, cultura e vocazione industriale, tra presente problematico e futuro promettente. Chiude il numero una terza parte, “Italia-Brasile, andata e ritorno”, che aggiorna su un rapporto ritrovato, dopo l’indifferenza degli anni ’90-inizio 2000, e sul quale qui si vuole spendere qualche riflessione.
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Gli Italiani di Tunisi

AD UMBRIA LIBRI “GLI ITALIANI DI TUNISIA”

Gli Italiani di TunisiGiovedì 8 novembre, sarà presentato dall’Isuc in collaborazione con il Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti”, nell’ambito di “Umbria Libri”, l’interessante volume “Gli italiani di Tunisia. Storia di una comunità (XIX-XX secolo)”, di Marinette Pendola, Editoriale Umbra. Ne parlerà l’antropologo Alberto Sorbini, Direttore dell’Isuc e curatore della collana “I quaderni del Museo dell’Emigrazione”, insieme all’autrice.
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La “sorpresa” del Sud America e il voto in Argentina

Il voto italiano in America del Sud ha innescato molti dibattiti e speculazioni in questi mesi elettorali. Il risultato al Senato – allineato all’orientamento generale del voto all’estero – è stato subito presentato come la vera sorpresa che apriva al centro-sinistra la possibilità di governare, smontando le previsioni di entrambi i contendenti che vedevano queste terre come riserva naturale di voti della destra. Le comunità italiane in America del Sud non avevano comunque cambiato d’un giorno all’altro bandiera politica, come dimostra il risultato referendario di giugno con il trionfo netto del “si” (in linea, per il resto, con le altre ripartizione estere ad eccezione dell’Europa). Aldilà dei colpi di scena e delle polemiche, i risultati deludenti della lista Tremaglia del 9 aprile dovrebbero servire per sfrattare pregiudizi fortemente radicati in Italia riguardo questo pezzo dell’emigrazione e per cominciare a prendere atto della risorsa potenziale che significa l’esistenza di comunità di connazionali dinamiche e fortemente integrate nei paesi di accoglienza.
Seguendo questo ragionamento, crediamo che qualsiasi analisi futura sugli orientamenti del voto all’estero dovrebbe privilegiare due fattori, da una parte il grado di integrazione degli elettori nei paesi di residenza, dall’altra il carattere e modalità del loro rapporto con l’Italia. Da questo punto di vista il risultato sudamericano nelle elezioni politiche non doveva destare tante sorprese, perché era prevedibile una partecipazione superiore rispetto alle esperienze del CoMiTes, elemento che poteva favorire il centro-sinistra. Più della metà degli aventi diritto (51,81%) ha risposto all’appello, confermando la tendenza registrata in consultazioni precedenti (CoMiTes, referendum) che vede l’America del Sud con indici superiori di partecipazione rispetto al resto delle ripartizioni estere (42,07% per l’estero complessivamente, 38,44% in Europa, 37,30% in America del Nord e Centrale).
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