Storia d'Italia

Storia d’Italia. Annali 24. Migrazioni

Storia d'ItaliaQuesto nuovo «Annale» della Storia d'Italia dedicato alle Migrazioni prende spunto da due considerazioni di fondo. La prima considerazione è la rilevanza che nel lungo periodo i processi di emigrazione e di immigrazione hanno avuto nella storia italiana. Innanzi tutto è stata la posizione strategica nel Mediterraneo a rendere l'Italia uno dei nodi di quell'intensa mobilità che ha conferito unitarietà culturale alle civiltà del grande bacino marino. In secondo luogo è stata la dinamica demografica esistente nelle aree di frontiera settentrionali a conferire all'Italia un altro rilevante ruolo strategico. Le Alpi, ritenute a lungo una frontiera-barriera, nelle ricerche piú recenti si sono rivelate l'altro grande spazio di comunicazione e di scambio, in virtú della radicata mobilità delle popolazioni locali. In terzo luogo è stata l'incessante mobilità interna che, nonostante la reiterata frammentazione politica del paese, ha caratterizzato i rapporti fra diverse realtà, mettendo costantemente in contatto le popolazioni di differenti aree economiche e sociali. E infine, a conferire un altro ruolo decisivo all'Italia è stato il contributo predominante che in termini quantitativi il nostro paese ha fornito alle grandi emigrazioni europee otto-novecentesche. La seconda considerazione investe l'attualità che i fenomeni di emigrazione e immigrazione hanno assunto oggi, nel breve periodo, sotto lo stimolo delle tendenze affermatesi negli ultimi venti anni. In questo arco temporale, infatti, al pari di altri paesi dell'area mediterranea, l'Italia è diventata uno dei poli di destinazione dei flussi migratori internazionali, stimolati dalle grandi trasformazioni economiche e politiche del mondo contemporaneo. Negli stessi anni in cui si è andata affermando l'immigrazione straniera si è assistito inoltre alla ripresa dell'emigrazione da parte degli italiani.
Molti storici italiani e stranieri lamentano che l'emigrazione sia quasi del tutto esclusa dalle grandi riflessioni d'insieme sulla storia del paese. Si tratta di un vuoto storiografico che questa nuova «Grande Opera» colma in modo davvero esemplare.
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Terra di emigranti

swissinfo ha realizzato un dossier interattivo e multimediale sull'emigrazione dalla Svizzera italiana. Lo speciale "Terra di emigranti" illustra il contesto storico all'origine dei flussi migratori verso le mete oltreoceano e racconta la storia di chi ha lasciato la propria casa in cerca di fortuna.

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L’epoca della Grande Emigrazione II° Parte

La documentazione della Santa Sede sugli italiani in Nord America1

1. L’archivio storico della Congregazione “de Propaganda Fide” contiene pochi riferimenti alla presenza italiana nel Nord America sei-settecentesco. In compenso il materiale aumenta esponenzialmente mano a mano che ci si inoltra nell’Ottocento. D’altronde già subito dopo la Rivoluzione americana troviamo traccia di un nuovo interesse. Nel 1788 per esempio Propaganda scrive a John Carroll, vescovo di Baltimora, che un prete romano, Paolo Moretti, sta studiando l’inglese per varcare l’oceano e nei primissimi anni dell’Ottocento abbiamo diverse segnalazioni su sacerdoti italiani che hanno compiuto questo viaggio2. Inoltre nel 1809 la congregazione raccoglie informazioni sul francescano Antonio Lonigo, che si trova in Canada3.

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L’epoca della Grande Emigrazione I° Parte

Per  una storia degli italiani in Nord America

Negli ultimi venticinque anni diversi progetti di ricerca canadesi, italiani e statunitensi hanno permesso di catalogare la maggior parte delle carte relative al Nord America negli archivi della Santa Sede e in quelli di alcuni ordini e congregazioni religiose. In particolare tra i primi sono stati schedati: l’Archivio Segreto Vaticano, la sezione manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, l’archivio storico della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli o “de Propaganda Fide”, l’archivio della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, gli archivi del S. Uffizio e dell’Indice presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, infine, sia pure sommariamente, l’archivio del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti.
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L’emigrazione lucana in età contemporanea Evoluzione e ricerca storiografica

A differenza di altre regioni in Basilicata l’emigrazione rappresentò sicuramente il fenomeno che, più di ogni altro, ne cambiò il volto, spopolandola ampiamente e privandola delle sue forze più importanti. Secondo Francesco Saverio Nitti questo enorme movimento migratorio, che non ebbe precedenti nella storia italiana, costituì la causa modificatrice più profonda dell’assetto economico, morale e sociale del meridione, all’infuori di ogni influenza del Governo e della borghesia1.

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Italians Then, Mexicans Now

Italians Then, Mexicans Now

Italians Then, Mexicans NowJoel Perlmann, Italians Then, Mexicans Now: Immigrant Origins and Second-Generation Progress, 1890 to 2000 (New York: Russell Sage Foundation, 2005).

La nuova ondata di emigrazione di massa diretta verso gli Stati Uniti dopo l’approvazione della legge Hart-Celler nel 1965 e che ha continuato ad aumentare negli ultimi decenni ha spinto molti Americani a chiedersi se i movimenti migratori siano ormai fuori controllo. Molti americani sono convinti che gli immigrati di oggi siano completamente diversi da quelli che arrivarono negli Stati Uniti tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.

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Gli italiani in Brasile – VII parte

La nuova emigrazione degli anni cinquanta e sessanta

Nel secondo dopoguerra l’emigrazione italiana verso il Brasile registra nuovamente un consistente saldo positivo. Nel 1946 l’emigrazione è appena pari a 603 unità (contro 97 rimpatri), ma già l’anno successivo varca le 4.000 (contro 1.142 rimpatri) e nel 1951 le 9.000 (contro poco più di 2.000 rimpatri). Nel frattempo è risolto il contenzioso tra Italia e Brasile sui beni sequestrati a cittadini italiani durante la guerra e nell’accordo ratificato a Rio de Janeiro l’8 settembre 1949 è prevista la costituzione di una compagnia di colonizzazione e immigrazione mista, finanziata dall’Italia utilizzando anche i capitali appena sbloccati in Brasile. Nel 1952-1954 partono dalla Penisola rispettivamente 17.026, 14.328 e 12.949 emigranti, mentre sommando i dati dei tre anni i rimpatri non superano complessivamente le 10.000 unità. Il movimento delle partenze inizia a scendere dal 1955 (8.523 emigranti contro 2.592 rientri), ma si mantiene sopra le 1.000 unità sino al 1962, quando, però, i rientri sono 1.477. Nel corso dei restanti anni sessanta il saldo migratorio è sempre negativo e le partenze dall’Italia sono inferiori al migliaio. Questa cifra è nuovamente superata soltanto alla metà degli anni settanta, quando il saldo migratorio torna brevemente attivo.

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