Il primo quarto del Novecento
La crisi economica non arresta l’immigrazione italiana, che continua durante tutto il primo quarto del Novecento, con una pausa ovviamente durante la prima guerra mondiale. I vecchi flussi dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia, cui col tempo si sono aggiunti anche molti emigranti piemontesi, decrescono significativamente negli anni che precedono il conflitto e sono sostituiti da nuove correnti provenienti dal Sud d’Italia. Queste ultime assumono spesso l’aspetto di una diaspora incontrollabile. Lo scopre lo stesso governo italiano italiano, che, allarmatosi per il numero di rimpatri durante la crisi di fine secolo, tenta di regolare le partenze verso il Brasile e nel 1902 proibisce quelle di gruppo e sovvenzionate, che non siano prima approvate dal Commissariato Generale per l’Emigrazione (istituito presso il Ministero degli Affari Esteri).
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